Tratta placca e tartaro come ospiti indesiderati [ecco perché e cosa devi fare]

Devi lavare i denti ogni 8-10 ore e non perché è una fissa del tuo Igienista Dentale, ma perché è il momento migliore per eliminare i batteri di troppo.

Immaginati una popolazione che si trova a vivere in uno spazio relativamente ristretto, costituita da decine e decine di razze diverse che vivono in perfetta armonia, capaci di moltiplicarsi, rinforsarsi, ma mai distrurbarsi tra loro. Quando un luogo diventa sovraffollato, invece di litigare, alcuni prendono e vanno a colonizzare altre zone.

Ovviamente non sto parlando degli uomini, ma degli abitanti della nostra bocca: i BATTERI.

Ne sono state identificate circa 700 specie.

Nella bocca di ognuno di noi si trova:

  • un numero di circa 300 specie diverse
  • un numero totale di circa 1000 miliardi di batteri

Ma non è un male averne, anzi: sono indispensabili per proteggere il cavo orale dai continui attacchi esterni a cui è sottoposto – entrano funghi, virus, batteri respirando, mangiando, mettendo in bocca qualsiasi cosa, baciando qualcuno…. 😉 -.

Allora come mai diventano un problema?

L’insieme di batteri che si trovano in un ambiente ideale, come la nostra bocca, costituiscono quello che prende il nome di BIOFILM BATTERICO: struttura affascinante e davvero sorprendente!

Una volta capito cos’è il biofilm batterico, diventa molto più chiaro perché per tutti i giorni della nostra vita dovremo trovare almeno 5 minuti da dedicare alla pulizia del cavo orale.

Perché il cavo orale risulta un ambiente ideale?

Perché si trovano i due fattori utili ai batteri a costituirsi in questa fatidica struttura detta biofilm:

  1. ambiente umido
  2. superficie dura su cui aderire = i denti. Questa cosa è curiosa: la mucosa orale (per capirci, la parte rosa della nostra bocca) si rinnova continuamente. E’ proprio la desquamazione delle cellule epiteliali che ostacola la colonizzazione dei batteri, quindi questi ultimi hanno bisogno della superficie solida del dente per aderire.

Se ci sono queste due condizioni, ambiente umido e una superficie dura su cui aderire, in natura si creerà sempre la condizione per la formazione di un biofilm batterico.

Ma non solo. In bocca oltre a questi due fattori, ve ne sono altri che rendono l’ambiente ancora più confortevole per i nostri batteri:

  1. una temperatura ottimale
  2. abbondante nutrimento che arriva dalla saliva, dal fluido presente nel solco gengivale e dalla dieta
  3. diverse quantità di ossigeno, che accontentano sia i batteri aerobi (che crescono in presenza di ossigeno) sia i batteri anaerobi (che crescono in ambienti privi di ossigeno)

Cos’è il biofilm batterico?

    1. Tutto comincia con la forma fluttuante, detta planctonica, nella quale i batteri separati fluttuano o nuotano indipendentemente in un ambiente liquido
    2. Pochi minuti dopo la più accurata pulizia, sia quella fatta a casa ma anche dopo quella professionale eseguita da un Igienista Dentale o dal Medico Odontoiatra, la superficie dei denti si ricopre di una sottile patina traslucida detta PELLICOLA ACQUISITA. Questa per noi costituisce la pellicola BUONA, presente per proteggere il nostro cavo orale da attacchi esterni e nemici
    3. Nelle prime 8 ore non si è ancora formato uno scheletro di supporto, cioè i nostri batteri iniziano ad aderire alla pellicola acquisita modificandola piano piano, ma la struttura è ancora fragile, i batteri aderiscono, ma debolmente! Momento fantastico per spazzolare i nostri denti.
    4. Dopo 8 ore la struttura comincia ad arricchirsi sempre di più. Si nota un’organizzazione dei batteri sempre più definita, grazie al fatto che continuano a stratificare. Trovano un mix di sostante appiccicose su cui aderire: cellule di desquamazione, proteine, sali, residui di cibo: ecco qui la PLACCA BATTERICA, struttura di batteri ORGANIZZATA che ancora non si vede ad occhio nudo… E l’organizzazione è per noi una fregatura!
    5. Dopo 24 ore e col passare dei giorni questa struttura organizzata continua ad aumentare, la placca si comincia a vedere. Arrivano specie batteriche diverse che iniziano a cooperare in maniera armoniosa, residui di scarto di una specie batterica diventano nutrimento per un’altra.
    6. In 3-4 giorni la struttura si ingrandisce, ogni batterio ne può produrre altri 250 nel giro di poche ore; si formano dei tunnel attraverso i quali passano nutrimenti e informazioni, anche informazioni genetiche! Questo scambio rende i batteri presenti nella struttura sempre più resistenti. I primi colonizzatori iniziano a consumare l’ossigeno presente; questo crea le condizioni favorevoli allo sviluppo di quei batteri che vivono in assenza di ossigeno, per noi sicuramente i più pericolosi.
  1. In circa 30 giorni arrivano alla massima concentrazione. Raggiunta la sua maturazione, per non bisticciare e per poter conservare la condizione ottimale di vita insieme, ci saranno alcune specie batteriche che lasceranno la struttura, andando a colonizzare altri siti.

La struttura, sempre più complessa e resistente, diventa così anche più difficile da pulire. Perché l’unico modo per rimuoverla è farlo MECCANICAMENTE, con lo SPAZZOLINO.

A mano a mano che passa il tempo, la nostra placca si arricchisce sempre di più di sali (calcio, fosfati…), si mineralizza e diventa TARTARO. I sali arrivano all’inizio dalla saliva, ma anche dal cibo e dalle bevande che assumiamo nel corso della giornata.

Quindi il tartaro non è altro che PLACCA CALCIFICATA!

Conclusioni:

    • La placca andrebbe eliminata ogni 8-10 ore, proprio quando è più vulnerabile
    • Se elimino bene la placca, il tartaro non si forma!

Photo by Alex on Unsplash

Un abbraccio,

Dott.ssa Elena

 

Elena Bizzotto podcast

Cosa faccio nella vita?

Sono moglie, mamma di Sofia e Celeste e libero-professionista. Educo, formo e informo. Suono il fagotto, pulisco denti, promuovo la salute, trasformo i sorrisi e dono fiducia a pazienti e colleghi.